Caterina da Genova (1447-1510)

Cenni biografici 

Caterina Fieschi, nata nel 1447 già orfana di padre, cresce in un ambiente ricco e colto, nel quale l’insegnamento religioso ha un’assoluta centralità; ma non conosciamo nulla di preciso circa le sue frequentazioni, letture, interessi e quant’altro, a parte una limitata aneddotica circa le sue presunte precoci propensioni ascetiche e mistiche.

Il primo dato certo della sua vita è il desiderio, espresso all’età di tredici anni, di farsi monaca. A questa età chiede infatti aiuto al suo confessore per essere accolta nel Convento genovese di Santa Maria delle Grazie, dove già si trova la sorella Limbania. Ma le suore le oppongono un deciso rifiuto, a motivo della giovane età; e probabilmente anche i parenti non vedono di buon occhio tale richiesta, trattandosi dell’unica donna di casa spendibile sul mercato matrimoniale.

Giunta ai sedici anni, per calcolata decisione della madre e dei fratelli, Caterina viene data in sposa a Giuliano Adorno, esponente di altra ricca e potente famiglia genovese. Il contratto è giustificato da ragioni politiche, e non tiene in alcun conto l’opinione della giovane.

Caterina si sottomette comunque al volere altrui; ma l’unione si dimostra presto infelice, per l’assoluta incompatibilità degli sposi. Giuliano, troppo maggiore d’età, ha un passato da amministratore nelle colonie genovesi, ha viaggiato a lungo, ed è soprattutto uomo di mondo: amante del gioco e dei divertimenti, donnaiolo, gaudente e dissipatore di beni; ha anche già avuto alcuni figli illegittimi, cosa di cui i Fieschi non sono al corrente; e anche dopo il matrimonio continua senza scrupoli la sua vita sregolata. Caterina, all’opposto, rifiuta tutto ciò che alletta il marito: non ama il lusso, la vita di società e tutti gli agi che il suo stato sociale e la ricchezza familiare le consentirebbero. E, fondamentalmente, non riesce ad amare l’uomo cui è stata legata. Se già fino ad allora aveva mostrato una chiara propensione alla solitudine, ora cade in preda ad una profonda malinconia.

Così, per circa cinque anni vive in uno stato di crescente ritiro sociale. Poi, per qualche tempo, convinta dai familiari, si abbandona ad un genere di vita più libero ed appropriato al suo rango.

Ma il mutamento è solo temporaneo. Nel 1473 patisce una grave crisi depressiva (o di coscienza), il cui decorso cambia radicalmente il corso della sua vita. Al colmo della disperazione ha una intensa esperienza mistica di ‘conversione’, contrassegnata da violente sensazioni corporee, visioni, autoaccuse; ed intraprende un percorso di preghiera, mortificazioni e digiuni.

Nel 1474, comincia a collaborare con le Dame di Carità nell’assistenza a poveri e ammalati; poi presta servizio anche all’Ospedale di S. Lazzaro. Nello stesso periodo cambia qualcosa nel carattere del marito, resosi incapace di occupare pubblici impieghi e di amministrare i suoi beni; dopo avere subito dei rovesci finanziari, anch’egli intraprende un percorso di conversione, affiancando la moglie nelle opere di carità e perfino iscrivendosi al terzo ordine francescano.

Nel 1478 Caterina ed il marito vengono invitati a prestare la propria opera presso l’Ospedale Pammatone. Nello stesso periodo essi decidono di praticare una assoluta castità, ed infine vanno a vivere in un modesto alloggio proprio all’interno dell’Ospedale. Intorno a loro gradualmente si costituisce una sorta di cenacolo di aiutanti, ammiratori ed imitatori di Caterina, che nel 1489 viene nominata Rettora della sezione femminile dell’ospedale.

Nel 1497 Giuliano viene colpito da una importante malattia che ben presto lo conduce a morte. L’anno dopo, a causa del suo cattivo stato di salute, Caterina viene sollevata dal suo incarico ospedaliero; ed in questo stesso periodo, dopo venticinque anni di autodirezione, accetta come direttore spirituale don Cattaneo Marabotto, che diventa presto il suo più intimo confidente. Ha inizio anche il suo rapporto con il notaio Ettore Vernazza.

L’ultimo decennio di vita è caratterizzato da crescenti sofferenze fisiche, ma anche dal conforto dei suoi ‘figli spirituali’, cui elargisce riflessioni ed insegnamenti, poi raccolti nei testi oggi noti. Muore, dopo una lunga e penosa malattia, il 15 settembre 1510. Il suo corpo, mummificato, si conserva nella chiesa della Annunziata di Portoria, a lei intitolata successivamente.

Nel 1675 Clemente X ne approva il culto. Nel 1737 Clemente XII ne firma il decreto di canonizzazione. Nel 1944 Pio XII la proclama copatrona degli ospedali italiani.

Importanza nella storia della Chiesa

Caterina Fieschi Adorno, la ‘santa genovese’ per antonomasia, è un personaggio di modesto rilievo nella storia del cattolicesimo, e non ha nell’immaginario, nella devozione e nella catechesi attuale, a differenza di certi periodi del passato, alcuna particolare importanza. La sua biografia è scarna, e poco vi si è potuto aggiungere nel tempo; non ci ha lasciato alcun documento autografo; non è l’autrice dei due testi che le erano stati a lungo attribuiti (il Trattato del Purgatorio e il Dialogo spirituale); il suo ipotetico pensiero teologico è ben poco originale, e ristretto ad un limitato numero di ‘detti’; di lei si interessano oramai quasi solo pochi credenti o studiosi.

I documenti

Non esiste nessun documento a lei contemporaneo che riporti notizie della vita di Caterina, fatta eccezione per alcuni di natura strettamente legale. Raccontare quel che si può capire della sua vita, e nel contempo esporre il suo autentico pensiero, è dunque opera non agevole, resa ancor più difficoltosa dalle molte discrepanze interpretative fra i vari periodi storici.

A lungo si sono interessati di Caterina solo scrittori credenti. Cosicché i testi su di lei sono per la maggior parte (e lo erano totalmente in passato), una monocorde esaltazione della sua ‘santità’, e ben poco una analisi della sua ‘umanità’; ed occorre arrivare agli ultimi due secoli per trovare commentatori ‘laici’ o che comunque mettano in campo tematiche più ampie rispetto al puro ritratto agiografico. Tutta la bibliografia cateriniana ruota forzatamente (e quasi esclusivamente, fino alla recente valorizzazione dei Manoscritti) attorno alla sola Vita mirabile. Ciò fa sì che ci si trovi praticamente sempre di fronte ad agiografie, che descrivono un ipotetico percorso spirituale, che sarebbe pervenuto fino ai gradi più elevati di perfezione.

Una tappa fondamentale di questa elaborazione del mito, ed al contempo di approfondimento della mistica, sullo sfondo del ‘pensiero’ di Caterina, è la monumentale opera seicentesca di Giacinto Parpera. I suoi testi sono veri e propri manuali sulla santificazione, tesi soprattutto ad esaltare il conformarsi di Caterina a precostituiti modelli seicenteschi di santità; per tale motivo si soffermano a lungo su ogni aspetto vero o presunto della sua vita, proponendone una ricostruzione fin troppo acriticamente elogiativa.

Secondo importante passaggio è l’ampio studio novecentesco di Friedrich von Hügel, che due secoli dopo Parpera riprende in mano il tutto, con maggiore rigore storico, ma certamente eccedendo nel confezionare il ritratto mistico di Caterina, (sovrastimandone personalità e cultura teologica) con necessarie ma limitate concessioni alle critiche positiviste.

Ultima pietra miliare è la più recente analisi di Umile Bonzi, che ha sottolineato l’importanza dei Manoscritti cateriniani, e consegnato agli studiosi il testo (da poco ritrovato) di quello che oggi viene denominato Manoscritto Dx, storicamente il più antico.

Se la parte strettamente biografica della Vita mirabile sembra scritta soprattutto (o essenzialmente) a ricordo ed esaltazione delle virtù e della ‘santità’ di Caterina, il Trattato del purgatorio (a lei a lungo attribuito) origina dal tentativo di inserire quanto da lei proverrebbe entro il corrente contesto dottrinario sul Purgatorio, integrandolo laddove opportuno, sulla spinta (e negli anni) della polemica antiluterana. Il Dialogo spirituale, quasi trascurato da molti biografi ed invece ampiamente valorizzato da altri, è una raffinata allegoria della vita e insieme del pensiero (presunto) di Caterina.

Contributo personale

Il mio interesse per Caterina Fieschi è nato piuttosto casualmente, nel corso di una ricerca sulla fenomenologia dell’estasi cattolica. Nel mentre consultavo alcune biografie di mistici (fra i quali Teresa d’Avila, Pietro d’Alcantara, Orsola Benincasa) la mia attenzione si è soffermata su di una edizione moderna della Vita mirabile di Caterina da Genova, il testo stampato per la prima volta nel 1551. Dopo un primo esame della riportata fenomenologia estatica, due cose mi hanno incuriosito: il racconto delle sue sofferenze, nelle quali intravedevo chiaramente una storia medica e psichiatrica prima che un percorso mistico, e la Prima parte del Dialogo spirituale, che trovavo non poco contrastante con il carattere di Caterina, per come desumibile dalla sua biografia. Decisi quindi di approfondire la conoscenza di questo personaggio, cercando di capire la donna, piuttosto che la santa: mistica, psicopatica o entrambe le cose? personaggio reale o leggendario? originale o convenzionale?

Dopo avere consultato altre sue biografie, antiche e moderne, la lettura dei Manoscritti cateriniani (la cui redazione precede di tre decenni la stampa della Vita mirabile) ho dato una decisa svolta alla mia ricerca: constatate le profonde differenze fra le fonti ho cominciato ad indagare sulle ragioni di queste discrepanze. Un primo esito è stato il mio precedente saggio Una infermità alli Medici incognita, nel quale ho esaminato il materiale di natura strettamente medica, dunque attinente alle mie competenze professionali, giungendo a proporre una ipotesi diagnostica postuma della malattia di cui aveva lungamente sofferto. Il successivo saggio Caterina da Gevova e i suoi biografi riguarda invece la rappresentazione biografica del personaggio (lo sviluppo di una vera e propria leggenda), ed il raccordo fra l’itinerario di vita, il pensiero e le presunte opere.

I miei saggi e articoli

Caterina da Genova e i suoi biografi
Ampio studio critico sulle biografie cateriniane e sul Corpus Catharinianum, con una sinossi delle sue principali edizioni.

F. D'Alpa: Una infirmità alli medici incognita. Lo strano caso di Caterina Fieschi Adorno. Laiko.it. 2017
Esamina la storia medica della santa genovese in rapporto all'interpretazione agiografica.

Caterina da Genova, fra psicopatologia e misticismo

Bibliografia essenziale (l'elenco comprende solo opere analizzate nei miei saggi)

Libro della Vita mirabile et Dottrina Santa della Beata Caterinetta da Genoa, Nel quale si contiene una utile, et Catholica dimostratione et dechiaratione del purgatorio. (1551) Bellono. Genova.

Vita ed opere di Santa Caterina da Genova. (1860). R.I de’ SordoMuti. Genova.

Bonzi, Umile (1962): S. Caterina Fieschi Adorno. (2 volumi), Marietti. Torino.

Carpaneto da Langasco, Cassiano (2008): La santa di Genova. Caterina Fieschi Adorno. De Ferrari. Genova. [Riedizione di: Sommersa nella fontana dell’amore. Vol. 1, Marietti, Genova, 1987]

Carpaneto da Langasco, Cassiano (1990): Sommersa nella fontana dell’amore. Santa Caterina Fieschi Adorno. 2 - Le opere. Marietti. Genova.

De Bussierre, Marie-Théodore (1854): Les oeuvres de sainte Catherine de Gênes précédées de sa vie. Société de Saint-Victor pour la propagation des bons livres. Parigi.

Fontana, Paolo (1999): Celebrando Caterina. Santa Caterina Fieschi Adorno e il suo culto nella Genova barocca. Marietti 1820. Genova.

Gabriele da Pantasina, Pino (1929): Vita di Santa Caterina Fieschi-Adorno da Genova con ricordi e documenti. Trattato del purgatorio ed in compendio il Dialogo spirituale. Premiata Scuola Tipografica Derelitti. Genova.

Gabriele da Pantasina, Pino (1929): Vita di Santa Caterina Fieschi-Adorno da Genova con il Trattato del Purgatorio e detti memorabili della santa. Premiata Scuola Tipografica Derelitti. Genova.

Libro della vita mirabile et dottrina santa della beata Caterinetta da Genova. Nel quale si contiene una utile, et cattolica dimostratione, et dichiaratione del purgatorio. (1580) Stamperia de’ Giunti. Firenze.

Lingua Paolo (2016): Caterina degli ospedali. Vita e opere di Caterina Fieschi Adorno. De Ferrari. Genova.

Maineri, Alessandro (1737): Vita di S. Caterina Fiesca Adorna da Genova. Con la notizia, e dichiarazione del Trattato del Purgatorio, e del Dialogo, composti dalla medesima Santa. Franchel. Genova.

Maineri, Alessandro (1737): Vita di Santa Caterina Fiesca Adorna da Genova, succintamente descritta, e ricavata dai processi fatti per la di lei Canonizzazione, col Trattato del Purgatorio, e Dialogo fra l’anima, ed il corpo, Composti dalla medesima santa. Bernabò. Roma (1737).

Parpera, Giacinto (1681): 1. Vita mirabile, e dottrina santa della b. Caterina da Genova Fiesca Adorna. 2. Con vna vtile, e cattolica dichiaratione del Purgatorio. 3. Con un dialogo distinto in tre libri, composti dalla medema, emendati secondo gli antichi, et auttentichi esemplari. Giuseppe Bottari. Genova.

Parpera, Giacinto (1682): La B. Caterina di Genoua Fiesca negl'Adorni illustrata, distinta in tre parti. Giuseppe Bottari. Genova.

Parpera, Giacinto (1682): Vita mirabile, o’ sia Varietà de successi spirituali osservata nella vita della B. Caterina Fiesca negl’Adorni. Antonio Casamara. Genova.

Pieau, René (1881): Vie de Sainte Catherine de Gènes. Librairie catholique et classique de Perisse Frères. Parigi.

Tomatis, Benedetta Maria (1944): Santa Caterina da Genova. Salani. Firenze.

Toso d’Arenzano, Rodolfo (1978): L’ideale di madonna Catarineta. «Padre santo». Genova.

Teodosio da Voltri (1929): Santa Caterina da Genova. La gran dama dell’amore. Vita francescana. Genova.

Valeriano da Finalmarina: S. Caterina Fieschi Adorno da Genova. [www.genova.chiesacattolica.it]

von Hügel, Friedrich (1923): The mystical element of religion as studied in Saint Catherine of Genoa and her friends (seconda edizione). Dent & Sons. Londra (2 volumi).