Michele Martelli
Senza dogmi. L’antifilosofia di papa Ratzinger
Editori Riuniti, Roma, 2007
ISBN 978-88-359-5878-9

Pensato e scritto in senso assolutamente e dichiaratamente anti-ratzingeriano, prima ancora che antireligioso, l’intenso volume di Martelli affronta, uno dopo l’altro i ben noti leitmotiv di Benedetto XVI (in particolare: relativismo culturale ed etico, antropologia creazionista, verità ultime, crisi dell’occidente, radici cristiane, primato della fede sulla ragione), sottolineando i limiti intrinseci della sua visione del cristianesimo ed annotando quasi in modo caricaturale, gli errori e gli inciampi teoretici dell’antifilosofo Ratzinger, propugnatore di una teologia sempre più pervasivamente dogmatica, quanto reazionaria e medievalista.
Qualunque accusa quotidianamente lanciata dalle mura vaticane ad un mondo sempre più sordo ai diktat papali viene dunque sistematicamente ribaltata: l’assolutismo ed il fondamentalismo religioso (e non piuttosto il liberalismo o la democrazia) sono le vere cause dei conflitti fra i popoli; solo la laicità può costruire una soddisfacente etica sociale; solo il dubbio sistematico può consentire il progresso delle conoscenze; è l’ignoranza che spinge l’uomo ad abbracciare le religioni; nessuna religione può definirsi superiore, essendo tutte erronee.
Il ‘buon’ e ‘dolce’ Ratzinger, quale lo dipinge una emergente mielosa iconografia, si rivela per quello che è: un monarca assolutista che rabbiosamente difende i suoi domini materiali ed i suoi territori culturali (più con i proclami che con le argomentazioni) dall’inesorabile attacco di un mondo finalmente capace di giudicare autonomamente, senza il bavaglio ed i paraocchi della teologia.
Come esponente paradigmatico di una cultura destinata inevitabilmente all’estinzione, di fatto Ratinger può oramai confidare solo sull’enorme penetrazione mediatica della sua chiesa, sull’inadeguatezza critica del suo gregge (soprattutto nel terzo mondo), e sulle indebite genuflessioni della politica. Ma il messaggio che egli rivolge al mondo ha oramai perduto la sua forza ed è fatalmente destinato a soccombere di fronte alla modernità.

Francesco D’Alpa

Pubblicato su: "L'Ateo" n. 57 (3/2008)