Recensione a:
KARHEINZ DESCHNER, Con Dio e con i fascisti. Il Vaticano con Mussolini, Franco, Hitler e Pavelić.
ISBN 978-88-457-301-0
Massari Editore, Bolsena (VT), 220116, pagine 208
di Francesco D’Alpa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Lo scomparso Deschner è saggista di grande spessore e spiccatamente anticlericale, ben noto ai lettori di questa rivista. Questo suo volume, tardivamente pubblicato in Italia (la prima edizione tedesca è del 1965), focalizza l’aspetto più inquietante del cattolicesimo, quale protagonista del ventesimo secolo: il suo stretto legame con tutti i regimi fascisti; non solo politico, ma per molti versi perfino ideologico.
L’abbondanza di citazioni dai documenti originali vale da sola a fornire un ritratto inquietante delle immani responsabilità della Chiesa come istituzione politica e del cinismo dei suoi rappresentanti, adusi in ogni circostanza al calcolo utilitaristico, piuttosto che all’interesse delle popolazioni e della giustizia.
Il materiale disseppellito (lo si può ben dire!) da Deschner puntualmente discredita innumerevoli assunti della storiografia non solo clericale, a cominciare dall’atteggiamento del clero (con tacito consenso papale) a prima guerra mondiale inoltrata: tutt’altro che una perorazione contro la ‘inutile strage’, ma anzi una entusiastica approvazione di quanto messo in opera dalla più che gradita monarchia austro-ungarica, allora baluardo militare di una tramontante Europa cristiana.
Ampio spazio viene concesso alla legittimazione da parte del clero italiano delle imprese coloniali mussoliniane, partecipate senza una minima pietà cristiana per le sorti di quanti venivano massacrati oltre ogni convenzione bellica e poi fascisticamente ‘civilizzati’.
Non diversa è la stigmatizzazione da parte di Deschner dei rapporti della Chiesa col trionfante nazismo e del suo non troppo sotterraneo parteggiare per le forse dell’Asse, salvo poi rivoltare utilmente le alleanze (a guerra mondiale inoltrata), accodandosi con il vincente fronte occidentale in funzione anti comunista.
Sul caso italiano e spagnolo (il sostegno a Mussolini e l’appoggio a Francisco Franco durante la guerra civile e dopo) Deschner si sofferma non poco, andando anche qui ben oltre quanto comunemente è possibile leggere altrove.
Ultima perla del saggio è la puntuale analisi del caso croato, la messa a nudo delle immense responsabilità della chiesa non solo locale nei massacri che hanno caratterizzato la guerra civile iugoslava.
Se un difetto si cerca in Deschner è, a mio avviso, quello di una certa frammentarietà dell’opera, che sembra fin troppo affastellata di episodi e citazioni, a discapito di una più ampia visione generale, che faccia più chiaro riferimento alle basi dottrinarie storiche della politica della chiesa. Ma su tali aspetti egli ha scritto ampiamente altrove.