Recensione a:

GRAZIELLA PRIULLA. C’è differenza.
ISBN 978-88-204-3382-6
FrancoAngeli, Milano 2013

di Francesco D’Alpa  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pubblicata su L'ATEO, numero 1/2016

Il tema dell’educazione di genere viene affrontato in modo eccellente in questo saggio, intenso ma di agile lettura, destinato agli adolescenti, ma la cui lettura è vivamente consigliata a genitori ed educatori, attenti alle dinamiche sociali ed alle migliorate opportunità di rapporto fra i sessi.
Tema di fondo è la necessità di comprendere adeguatamente ciò marca la differenza fra sesso e genere: l’uno naturale, biologico e costante, l’altro culturale, sociale e flessibile, come evidenziato inizialmente da alcune avanguardie femministe e poi da una più vasta platea di analisti sociali, nell’ultimo cinquantennio.
Il percorso espositivo si sviluppa (con chiara impostazione femminista) a partire da una dettagliata ricostruzione delle tappe che hanno portato alla liberazione dell’universo femminile ed al suo pieno riconoscimento in ottica non sessista, processo centrato innanzitutto sul rifiuto dei ruoli tradizionali e sulla lotta al potere maschile ed agli stereotipi che lo hanno accompagnato e sostenuto; quindi prende in esame (secondo le peculiari competenze dell’autrice) il ruolo degli stereotipi di genere nei meccanismi comunicativi.
La gerarchizzazione fra maschile e femminile va superata, in piena sintonia con le più aggiornate acquisizioni della psicologia e con le attuali più aggiornate direttive didattiche, nel senso di un'accettazione non solo della imprescindibile diversità di genere, in tutte le sue componenti, ma anche della molteplicità degli orientamenti sessuali, superando gli atteggiamenti di denigrazione e stigmatizzazione, in particolare l’omofobia ed il bullismo. Tali atteggiamenti infatti, come viene bene evidenziato, non riflettono altro che la condivisione di una più generale (per certi versi sotterranea) concezione sessista strutturata a misura del mantenimento delle istituzioni tradizionali, da sempre introiettate come norma.