Francesco   D'Alpa   
Fatima senza segreti

Avverbi, Roma, 2003
ISBN  88-87328-31-5

pag. 272   -   Euro 14,00

 

 

 

Il secondo millennio dell’era cristiana si è chiuso con la divulgazione del Terzo segreto di Fatima. Un’attesa trepidante durata decenni (era stato annunciato nel 1941) si è conclusa, secondo il giudizio di molti commentatori anche credenti, con un messaggio poco chiaro e ancor meno significativo. 
Cosa c’è dietro quell’annuncio che è stato presentato e atteso come fondamentale per la cristianità, e forse per l’umanità? L’autore ritiene che in realtà la vera protagonista di Fatima non sarebbe la Madonna apparsa nelle campagne portoghesi, ma Lucia Dos Santos, la suora oggi ultranovantenne, unica sopravvissuta alle visioni del 1917 e autrice delle quattro Memorie riguardanti l’avvenimento. Rileggere criticamente Fatima, con una chiave di indagine psicologica, sociale e politica, non vuol dire porsi contro l’idea del sacro, ma cercare di fare chiarezza su un evento da decenni esibito come straordinario e che potrebbe invece essere letto come una favola del tempo moderno.


Introduzione

Nel maggio 1917, mentre la nazione è coinvolta nella guerra mondiale, si diffonde in Portogallo la notizia di un evento prodigioso. La Madonna sarebbe apparsa il giorno 13, in località Cova da Iria, nella diocesi di Fatima, a tre pastorelli: Lucia Dos Santos e i suoi cugini Francesco e Giacinta Marto. Stando alle cronache, l’apparizione li avrebbe invitati a pregare per i peccatori e la pace nel mondo, e avrebbe chiesto loro di tornare sullo stesso luogo, il giorno 13 dei cinque mesi successivi. Le prime reazioni sono di incredulità, sia nel popolo che tra il clero e le autorità civili. Ma il susseguirsi delle apparizioni provoca clamore, e un numero sempre più alto di pellegrini accorrono nella speranza di assistere al fenomeno. Il tutto avviene in un momento storico di forti tensioni interne, politiche e religiose, dopo l’instaurazione della Repubblica con la “Rivoluzione del 1910”, cui avevano fatto seguito numerosi tentativi di golpe militari. Il culmine dell’evento si registra il 13 ottobre 1917, quando, tra le migliaia di fedeli presenti sul luogo delle apparizioni, molti affermano di assistere a fenomeni solari prodigiosi. La conclusione del ciclo delle apparizioni anticipa di qualche anno la salita al potere della Destra con il golpe del 1926, che guiderà il Paese fino al 1974. 
Dopo la prematura morte dei due più giovani fra i veggenti, Lucia entra in convento, sottraendosi alla curiosità popolare. Siamo agli inizi degli anni Venti. Nei due decenni successivi, la Chiesa portoghese afferma il carattere soprannaturale delle apparizioni e autorizza la costruzione di un santuario. Fra il 1935 e il 1941, su invito dei superiori, Lucia scrive una serie di quattro Memorie in cui svela particolari sconvolgenti sulle apparizioni: la Madonna le avrebbe rivelato segreti riguardanti avvenimenti storici futuri, come l’inizio di una seconda Guerra mondiale. Al centro del messaggio emergono l’invito alla preghiera e alla penitenza, e la richiesta di una solenne consacrazione del mondo e della Russia al Cuore Immacolato di Maria, evenienza che dovrebbe evitare le sciagure che stanno per abbattersi sul mondo. 
Di interesse non più solo locale, il caso Fatima esplode: le polemiche contrappongono scettici e credenti ma non manca chi, anche all’interno del mondo cattolico, si mostra diffidente sulle nuove rivelazioni. Lucia afferma inoltre che esiste un’ulteriore parte del messaggio mariano (quello che d’ora in poi sarà chiamato “terzo segreto”), che interessa tutta l’umanità e che potrà essere divulgato solo dopo la sua morte, o comunque soltanto dopo il 1960.
Nell’infuocato clima politico del secondo dopoguerra, per decenni si tende a vedere nel terzo segreto una chiara presa di posizione contro il comunismo. Ne circoleranno diverse versioni apocrife, la più famosa delle quali, come vedremo più avanti, descrive scenari apocalittici. Quando finalmente, nel 2000, si decide di rendere noto il testo redatto da Lucia nel 1944, custodito gelosamente dalle gerarchie vaticane per quasi sessant’anni, le aspettative sono ampiamente deluse. La profezia non svelerebbe infatti il destino dell’umanità, ma forse “solo” quello personale del Papa o della Chiesa martire. Papa Giovanni Paolo II, che un paio d’anni dopo la sua elezione è stato vittima di un attentato in piazza San Pietro, si riconosce nel personaggio descritto da Lucia e sembra ritenere che la vicenda storica narrata dalla veggente sia finalmente conclusa. Con la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, proclamata sempre nel 2000, tra le celebrazioni del Giubileo, la vicenda sembra chiudersi sul piano storico. Ma la protagonista principale è ancora in vita e c’è chi attende nuove rivelazioni.
La vicenda di Fatima è una pietra miliare nella storia della Chiesa del ventesimo secolo, e su di essa si è scritto e discusso più che su ogni altra apparizione mariana. Se ne sono analizzati nei dettagli il contesto teologico, il significato politico e gli aspetti devozionali. La maggior parte delle fonti è di parte cattolica e prodotta per lo più da autori convinti della genuinità del messaggio. Le voci fuori dal coro sono poche, alcune interne alla Chiesa, la maggior parte nel mondo laico, dove peraltro in generale si manifesta comunque un certo disinteresse per la vicenda.
Dal punto di vista storico, invece, è senz’altro utile chiedersi cosa realmente rappresenti Fatima; cosa accadde in quel tempo e in quel luogo; come si giunse a riconoscervi un intervento del Cielo; quale sia stato il percorso interiore dei tre veggenti; quale il contesto sociale che fece da cornice agli eventi.
Per cercare di capire tutto ciò bisogna rifarsi soprattutto ai documenti dell’epoca, eliminando sovrastrutture interpretative, spesso fuorvianti, su vicende fortemente storicizzate, figlie di un periodo in cui è particolarmente forte la resistenza della Chiesa alla modernità e alla ricerca del progresso, avvertite come piaghe morali e gravi minacce all’edificio stesso della religione.

 

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