I lettori giudicano L’ATEO

Nel numero 60 (6/2008) de L’ATEO (e contestualmente sul sito www.uaar.it), il Comitato di Redazione ha proposto un questionario sul gradimento della rivista, riservato ai soci UAAR, ricevendone 173 compilati, pari a circa il 5% di quanti ricevono L’ATEO (i dati complessivi sono riportati in tabella.). Fra i lettori  che hanno risposto, solo un terzo ha meno di quaranta anni, la maggior parte è iscritta all’UAAR da meno di cinque anni e prevalgono nettamente i laureati. Il gradimento complessivo è notevole; particolarmente apprezzate le bibliografie ragionate e le recensioni.
La seconda parte del questionario, basata su quesiti a scelta multipla e su risposte descrittive ha prodotto molte proposte che la redazione si impegna a valutare con attenzione.

IL NOSTRO CAMPIONE

Età dei lettori:
0% Meno di 20 anni
27% Fra 20 e 40 anni
33% Fra 40 e 60 anni
40% Oltre 60 anni
Titolo di studio:
7% Scuola media inferiore
35% Scuola media superiore
58% Laurea
Anzianità di iscrizione all’UAAR:
22% Meno di 2 anni
39% Fra 2 e 5 anni
28% Fra 5 e 10 anni
11% Oltre 10 anni

 

GRADIMENTO DE L’ATEO

Gradimento complessivo:
12% Modesto
58% Buono
30% Ottimo
Periodicità:
18% Insufficiente
80% Adeguata
2% Eccessiva
Numero di pagine:
10% Insufficiente
88% Adeguato
2% Eccessivo
Veste tipografica:
27% Insoddisfacente
54% Buona
19% Ottima
Formato:
14% Insoddisfacente
60% Buono
26% Ottimo
Comprensibilità articoli:
13% Modesto
67% Buono
20% Ottimo
Qualità articoli:
7%
Modesta
66% Buona
27% Ottima
Interesse articoli:
13% Modesto
65% Buono
22% Ottimo
Spazio circoli e attività locali:
14% Insoddisfacente
71% Adeguato
15% Eccessivo
Spazio recensioni:
20% Insufficiente
76% Adeguato
4% Eccessivo
Spazio lettere:
24% Insoddisfacente
71% Adeguato
5% Eccessivo
Gradimento copertine:
20% Basso
34% Medio
46% Alto
Gradimento vignette:
12% Basso
38% Medio
50% Alto
Gradimento bibliografie e guide alla lettura:
4% No
23% Nessuna preferenza
73% Si

 

LE SCELTE DEI LETORI

Quali argomenti dovrebbero essere privilegiati?
44% Ateismo filosofico
37% Anticlericalismo
43% Contrasto alle religioni
59% Battaglie civili
Come rapportarsi al cattolicesimo?
6% Ignorarlo
45% Critica razionale della dottrina
85% Contrastare la clericalizzazione della vita pubblica
24% Dare spazio a quanti dall’interno del mondo cattolico si pongono in posizione critica rispetto alla gerarchia vaticana
Come rapportarsi con le altre associazioni laiche?
42% Ospitando loro articoli
48% Commentando le loro iniziative
65% Riferendo maggiormente sulle lotte comuni

 

Quali argomenti privilegiare?
La maggior parte dei lettori si dimostra interessata più alle battaglie civili in senso stretto che alle questioni filosofiche o alla lotta ideologica alle religioni, dunque in controtendenza rispetto alla storia "filosofica" dell'UAAR.
Le circa quaranta proposte sono piuttosto articolate. Fra di esse la richiesta di una maggiore attenzione verso gli argomenti a carattere strettamente scientifico, preferiti da molti a quelli di taglio umanistico-filosofico; oppure verso ciò che è più direttamente correlato alle iniziative dell’UAAR.

Rapporti con il cattolicesimo
La posizione dominante del pensiero cattolico nella vita politica e sociale dell’Italia, pone ad un’associazione che intenda promuovere la laicità ed il pensiero razionale, il fondamentale problema di come rapportarsi alla (quasi) religione di stato, contestando le sue interferenze sull’attività legislativa, il sostegno statale al clero, lo spazio concesso dai media pubblici.
Pochissimi fra i nostri lettori scelgono di ignorare il cattolicesimo e basta; la stragrande maggioranza ritiene che si debba contrastare con decisione la clericalizzazione della vita pubblica. Poco meno della metà crede utile anche una critica razionale della dottrina cattolica, o dare spazio alle voci stonate rispetto alla gerarchia vaticana, probabilmente nella convinzione che sia illusorio sperare di fare presa ‘razionalmente’ sui credenti o su chi è prossimo alla ‘fede’, e ben più impellente scristianizzare tout-court la vita pubblica.

Come rapportarsi con le altre associazioni laiche?
Sono una metà dei lettori si dimostra interessata a quanto fanno le altre associazioni laiche, ma manifesta comunque disponibilità per iniziative comuni e per accettare loro articoli sulla rivista: secondo una filosofia di ‘pari opportunità’, ma senza confondersi, ed in particolare senza assumere coloriture politiche.

Come migliorare L’ATEO?
Pur gradendo nel complesso l’impostazione attuale, almeno metà dei lettori auspica qualche cambiamento tipografico: formato, uso del colore, ed in particolare molta grafica; più vignette, e foto, per rendere L’ATEO meno austero. Se il formato attuale è gradito ai più, per un quarto dei lettori la ‘veste grafica’ è insoddisfacente e rappresenta il punto debole de L’ATEO: un cattivo biglietto da visita, che non attrae il lettore occasionale.
Alcuni lettori lamentano la lunghezza e la difficoltà di lettura di molti articoli; ma alla maggioranza va comunque bene così; semmai viene suggerito di inserire stabilmente pagine a carattere divulgativo e/o di più facile comprensione. Per quanto riguarda qualità, leggibilità, interesse degli articoli, alcuni giudizi negativi controbilanciano quelli elogiativi. Se da una parte si vorrebbe una maggiore ‘professionalità’ dall’altra si teme un rigetto da parte di lettori meno avvezzi alle tematiche più estensivamente trattate. Alcuni lettori sottolineano la scarsa ‘visibilità’, nel formato attuale, presso i punti vendita.
Più che affrontare argomenti finora trascurati, emerge dalle risposte il desiderio di rubriche fisse sulle alcune specifiche tematiche, sia sul versante culturale-ideologico che su quello delle attività dell’UAAR.
In molti auspicano una maggiore presenza di articoli scientifici (su fisica, biologia, neuroscienze), con corrispondente riduzione di quelli di taglio filosofico, o meno legati all’attualità ed alle iniziative dell’UAAR. Qualcuno suggerisce di ovviare integrando la rivista con approfondimenti on-line, aperti alla collaborazione dei lettori.
Il tono della rivista ai più piace; ma certuni la trovano comunque fastidiosamente seriosa (per cui andrebbe un poco ‘alleggerita’ intellettualmente), mentre altri, al contrario, non gradiscono certe leggerezze, la satira e l’ironia. Qualcuno chiede una migliore organizzazione in sezioni o di limitare la parziale monotematicità dei singoli numeri.

Cosa aggiungere o eliminare?

I nostri lettori si sono prevedibilmente sbizzarriti nel proporre argomenti e rubriche, nella speranza di ottenere quello che la rivista non può attualmente essere, ovvero quasi un rotocalco che spazi su tutto l’orizzonte della miscredenza e dell’anticlericalismo.
Le più frequente richieste sono comunque: ‘più scienza’ e ‘più attualità’. Dunque più articoli di fisica, biologia, cosmologia, per quanto attiene alle tematiche laiche per eccellenza; o almeno ‘pillole di scienza’, fra un articolo e l’altro, magari (per qualcuno) a discapito delle vignette; e possibilmente coinvolgendo illustri rappresentanti del mondo scientifico, a cominciare dai nostri presidenti onorari.
Poi una sezione di news, con sintesi dell’attualità dei due ultimi mesi, un osservatorio mediatico, rubriche su resistenza atea, sui diritti degli atei, sulle battaglie civili in corso o da intraprendere. Quindi una pagina informativa sui nuovi libri sull’ateismo e recensioni di siti atei.
Per una minoranza di lettori andrebbero eliminati gli articoli con linguaggio troppo tecnico, o comunque di meno facile comprensione, rendendo così la rivista meno ‘intellettuale’.
Qualcuno reputa eccessivo lo spazio dedicato ai circoli, che la maggioranza invece gradisce.
Secondo alcuni lettori trattiamo troppo di ‘astratta’ teologia e di ‘deliri religiosi’ (che non meritano tanto interesse) e di anticattolicesimo, laddove servirebbe piuttosto più anticlericalismo. Secondo altri, spesso ripetiamo concetti già espressi.

Articoli insoddisfacenti e tematiche trascurate o trattate in eccesso
Appare indubbiamente positivo riscontrare che la maggioranza di quei lettori che si dichiarano insoddisfatti di qualcosa, lo è per un eccesso di ciò che alla redazione appare una dimostrazione di ‘qualità’. I ‘difetti’ maggiormente lamentati possono infatti essere così elencati: tecnicismo,  intellettualismo, lunghezza degli articoli, tono eccessivamente colto e per addetti ai lavori, troppa filosofia. Molti lettori, pur apprezzando il tono ‘alto’ degli articoli si dichiarano preoccupati per il fatto che ciò ostacola la diffusione della rivista fra i potenziali lettori meno acculturati. Ben più esiguo è invece il numero dei lettori che lamentano una bassa qualità della rivista, ed in particolare: ripetitività, autoreferenzialità, talora superficialità, scarso spirito critico nelle recensioni, slegamento dal dibattito sull’attualità.
Essendo molte le anime dell’UAAR, è ovvio che ognuno ritenga trascurato qualcosa di suo particolare interesse: tanto per cominciare, il rapporto fra cronaca, politica e temi etici e atei (e la rivista dovrebbe, in pratica, avere un taglio più giornalistico o da periodico).
Fra le altre cose trascurate ci sarebbero: il rapporto tra politica e religione (con un osservatorio politico-parlamentare); una finestra sull’anarchismo e sul radicalismo; la storia comparata delle religioni; le influenze negative della religione sulla psiche; il volontariato e la solidarietà laici.
Secondo alcuni lettori abbiamo dato troppo spazio all’evoluzionismo ed alla filosofia (indubbiamente le tematiche più care alla redazione).
Altri argomenti che a taluni dispiacciono sono proprio quelli che altri vorrebbero inversamente vedere trattati con maggiore impegno: anticattolicesimo; anticlericalismo; analisi su questioni teologiche; implicazioni delle teorie scientifiche; ateismo filosofico; resoconti delle attività dei circoli; analisi dei testi biblici; la disputa sull’opportunità dei termini ateo e laico; i miti e riti del cattolicesimo.

L’ATEO ideale, secondo i lettori

Come ovvio, si attendevano i giudizi più disparati. Ed infatti si passa da chi vede nell’impostazione attuale una proposta valida, a chi ha l’impressione di un ‘bollettino di guerra per iniziati’.
Per molti lettori, un vero punto dolente sembra essere il titolo della rivista, così pieno di ‘autocompiacimento’, o forse dal sapore troppo ottocentesco, o comunque non rappresentativo anche del pensiero‘agnostico’.
Se il preponderante giudizio di gradimento complessivo ‘ottimo’ o almeno ‘buono’ conforta la redazione, dalla rivista ci si aspetta comunque di più; anzi alcuni lettori hanno ambizioni decisamente al di sopra della portata attuale.
L’ATEO ideale sarebbe dunque un magazine mensile (o bimestrale), con grafica e veste tipografica simile ai settimanali a maggiore diffusione, molto vario nelle tematiche, approfondito nei contenuti, destinato ad un pubblico colto ma anche attento alla divulgazione, con maggiore spazio per le tematiche scientifiche rispetto a quelle filosofiche, attento alla cronaca. Un modello di riferimento sembrano essere riviste come ‘Micromega’, o anche ‘Panorama’, ‘L’Espresso’, e ‘Famiglia cristiana’.
Mentre per molti va rafforzato il carattere di giornale interno ad un gruppo, per altri L’ATEO dovrebbe aprirsi ad un pubblico più eterogeneo, di potenziali simpatizzanti, da coinvolgere nelle attività dell’UAAR.

L’ATEO possibile, secondo la redazione

Alcune fra le proposte dei nostri lettori vengono in effetti già da tempo discusse dalla redazione, che le ritiene valide; mentre per altre non nascondiamo una certa ritrosia.
Partiamo dal dubbio amletico: poca o troppa filosofia? Occorre riconoscere che L’ATEO è stato finora un veicolo culturale (‘filosofico’) almeno quanto il forum telematico dell’UAAR è stato un punto di aggregazione per le iniziative dell’UAAR ed un luogo di confronto sull’attualità. Rendere L’ATEO meno intellettuale significherebbe in parte tradire la sua storia.
Lo scollamento dalla cronaca è certamente un punto debole; ma occorre tenere presente i tempi di stampa ed invio che impediscono un commento tempestivo sull’attualità (vedi i fatti della Sapienza, il caso Englaro o la vicenda degli Ateobus).
Occorre poi tenere presente che solo pochi soci si occupano realmente della rivista, ed a titolo gratuito. Così gli unici costi sono l'impaginazione, la stampa, i diritti per alcune vignette e copertine. Le vignette, sia pure molto gradite, servono più per una questione di impaginazione, che per farne un giornale satirico. Per modificare tutta l'impostazione grafica - colore compreso - occorrerebbe una completa rivoluzione del nostro sistema lavorativo, affidandosi a professionisti stipendiati, con un costo che potrebbe essere coperto solo da una maggiore tiratura e da una distribuzione nelle edicole.
Per quanto riguarda lo spazio dedicato ai circoli, è già in cantiere l’idea di privilegiare in futuro il canale telematico, anche per un più rapido riscontro con l’attualità (ciò tuttavia penalizzerebbe i lettori non informatizzati).
Circa gli altri punti che avevamo proposto all’attenzione dei nostri lettori, ci sembra infine di non dovere commentare nè cambiare molto, visto il gradimento della maggioranza. Ci rifletteremo comunque a lungo, nel desiderio di migliorare la nostra attività di servizio in favore della laicità.

Francesco D’Alpa

Pubblicato su: "L'Ateo" n. 63 (3/2009)